ovvero L'ESTINZIONE DELL'ESTINTORE
Scrivo queste riflessioni nella consapevolezza che le mie convinzioni ideologiche sono, quantomeno in via approssimativa, ben note a tutti i lettori; pertanto, rispetto ai temi della presente trattazione, ritengo di potermi definire a buon diritto una persona al di sopra di ogni sospetto.
Raccomando ad ognuno di visionare l’ultima puntata di Annozero, non foss’altro per la presenza di un ospite d’eccezione: Mario Placanica, carabiniere che, in quel di Genova, nel corso delle manifestazioni contro il famigerato G8 del 2001, secondo le ricostruzioni vigenti avrebbe ucciso con 2 colpi di arma da fuoco il ben noto Carlo Giuliani (il cui padre, Giuliano, era anch'egli in trasmissione).
Inutile rammentare le circostanze di fatto nelle quali la vicenda ebbe a svolgersi; do per scontato che i miei interlocutori conoscano anche quelle.
Non faccio riferimento al più generale svolgimento dell’intera manifestazione (complotti, macchinazioni, connivenze, fiancheggiamenti, …), ma solo all’esatta situazione di Piazza Alimonda, al momento della morte di Giuliani.
Ebbene, intendo fermamente oppormi alla vulgata che va diffondendosi ormai da anni e che erige Carlo Giuliani a martire della lotta contro l’oppressione dei popoli, uno che lottava per un mondo migliore, nella misura in cui essa conduca a scagliarsi contro l’archiviazione del procedimento penale a carico di Mario Placanica, da più parti definito assassino meritevole della più severa delle condanne.
Il leit motiv del mio intervento è il seguente: attenzione a non confondere il piano politico e quello giuridico; purtroppo, invece, in Italia si è soliti fare molta confusione.
Nell’ottica prettamente politica, a nessuno è impedito di affermare una grave responsabilità dello Stato per i fatti di Genova, a titolo di omissione o – ancor peggio – per aver commesso una serie di attività tendenti alla demonizzazione dei manifestanti, con tutte le conseguenze occorse; tuttavia, la coerenza imporrebbe ai sostenitori di tale tesi di concludere che Mario Placanica sia egli stesso vittima, in quanto capro espiatorio, dolosamente o colposamente abbandonato dallo Stato in una situazione nella quale non avrebbe potuto agire altrimenti.
Dal punto di vista giuridico, chi contesta l’ineccepibile decisione di proscioglimento per legittima difesa, è ignorante; dunque, occorre aiutarlo:
“Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa.” (Art. 52, comma primo, Codice Penale)
La semplice lettura della norma che precede non può condurre ad altre soluzioni.
Carlo Giuliani, con buona pace del padre, era intento a scagliare un estintore addosso ai carabinieri.
Del tutto errata è la replica che Placanica sarebbe colpevole, perché un buon carabiniere non avrebbe dovuto sparare; se, com’è provato, il Placanica non era all’altezza della situazione e quindi non doveva star lì, questo è un fatto irrilevante sotto il profilo della sua incriminazione, anzi ne rafforza l'innocenza, giacchè egli non avrebbe potuto sottrarsi al comando ricevuto (peraltro, credete davvero che esiste qualcuno al mondo che avrebbe agito diversamente? Se sì, fatemelo conoscere).
Per concludere, ognuno è libero di accusare, in chiave politica, lo Stato per tutto quanto è accaduto; è altresì libero, sul piano giuridico, di pretendere l’incriminazione di tutti i responsabili politico-amministrativi degli eventi; ma, per favore, documentatevi e lasciate stare Placanica, vera vittima del sistema (se ce n’è una).
Ribadisco, occorre prestare attenzione alla separazione dei piani della discussione.
Altrimenti si finisce per fare come quelli che invocano la sedia elettrica per Placanica, ma dimenticano che, qualora il carabiniere si fosse astenuto dallo sparare, Giuliani - una volt arrestato - sarebbe stato incriminato anche per (tentato) omicidio aggravato, sì che, Codice alla mano, dai 10 ai 20 anni di galera non glie li toglieva neanche Marco Tullio Cicerone.
Un’ultima annotazione: dalla ricostruzione dei fatti operata da Giuliano Giuliani è incredibilmente scomparso un dettaglio, cioè che il figlio era intento a scagliare volontariamente un estintore addosso ad un uomo: uno strano caso di sparizione (anzi, estinzione) di estintore.
Nell’ottica prettamente politica, a nessuno è impedito di affermare una grave responsabilità dello Stato per i fatti di Genova, a titolo di omissione o – ancor peggio – per aver commesso una serie di attività tendenti alla demonizzazione dei manifestanti, con tutte le conseguenze occorse; tuttavia, la coerenza imporrebbe ai sostenitori di tale tesi di concludere che Mario Placanica sia egli stesso vittima, in quanto capro espiatorio, dolosamente o colposamente abbandonato dallo Stato in una situazione nella quale non avrebbe potuto agire altrimenti.
Dal punto di vista giuridico, chi contesta l’ineccepibile decisione di proscioglimento per legittima difesa, è ignorante; dunque, occorre aiutarlo:
“Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa.” (Art. 52, comma primo, Codice Penale)
La semplice lettura della norma che precede non può condurre ad altre soluzioni.
Carlo Giuliani, con buona pace del padre, era intento a scagliare un estintore addosso ai carabinieri.
Del tutto errata è la replica che Placanica sarebbe colpevole, perché un buon carabiniere non avrebbe dovuto sparare; se, com’è provato, il Placanica non era all’altezza della situazione e quindi non doveva star lì, questo è un fatto irrilevante sotto il profilo della sua incriminazione, anzi ne rafforza l'innocenza, giacchè egli non avrebbe potuto sottrarsi al comando ricevuto (peraltro, credete davvero che esiste qualcuno al mondo che avrebbe agito diversamente? Se sì, fatemelo conoscere).
Per concludere, ognuno è libero di accusare, in chiave politica, lo Stato per tutto quanto è accaduto; è altresì libero, sul piano giuridico, di pretendere l’incriminazione di tutti i responsabili politico-amministrativi degli eventi; ma, per favore, documentatevi e lasciate stare Placanica, vera vittima del sistema (se ce n’è una).
Ribadisco, occorre prestare attenzione alla separazione dei piani della discussione.
Altrimenti si finisce per fare come quelli che invocano la sedia elettrica per Placanica, ma dimenticano che, qualora il carabiniere si fosse astenuto dallo sparare, Giuliani - una volt arrestato - sarebbe stato incriminato anche per (tentato) omicidio aggravato, sì che, Codice alla mano, dai 10 ai 20 anni di galera non glie li toglieva neanche Marco Tullio Cicerone.
Un’ultima annotazione: dalla ricostruzione dei fatti operata da Giuliano Giuliani è incredibilmente scomparso un dettaglio, cioè che il figlio era intento a scagliare volontariamente un estintore addosso ad un uomo: uno strano caso di sparizione (anzi, estinzione) di estintore.
Che fine ha fatto l’estintore nei Suoi racconti , caro sig. Giuliani?
5 commenti:
Puntuale come sempre...un solo dubbio...
Da qualche foto di quei tragici momenti in cui, per la posizione dell'operatore fotografico, non è presente lo schiacciamento della prospettiva, si vede abbastanza chiaramente che Carlo Giuliani non era poi così vicino al mezzo dei carabinieri. Da queste immagini, che l'opinione pubblica a dire il vero non mostra assai frequentemente (salvo casi particolari come il sempre lucido Lucarelli), si intuisce che la distanza tra il Giuliani e il Placanica potrebbe essere tale da non venire a costituire un pericolo imminente per il poliziotto..semmai per il mezzo.
Visto che dunque la difesa dovrebbe essere proporzionata all'offesa l'unico dubbio che mi sorge è quello relativo al reale pericolo che il carabiniere ha corso in quegli istanti (ma questo, purtroppo, lo saprà per sempre solamente lui...).
Detto questo mi sembra comunque di poter dire che ciò che è avvenuto domenica mattina viene a costituire qualcosa di molto più incredibile e osceno dei fatti di Genova che in questi giorni stanno tornando alla ribalta
Voglio dire solo che io non vado a manifestare pacificatamente con il passamontagna ed estintore.... come il buon padre giuliano vuol fare intendere a tutti...
E poi mi sono rotto i coglioni che quando muore qualcuno in circostanze poco chiare se tira fuori il martire Carlo Giuliani è ora di farla finita!!!
Epopoi un vecchio detto diceva se felice vuoi campare i cazzi tua ti devi fare evidentemente qualcuno a genova i cazzi propri non se li è fatti... Capito Giuliano Giuliani.
Per quanto riguarda, invece, i fatti di arezzo dico colo che è vergognoso il modo in cui si trattando il caso, penso solo in italia succede... Che schifo
Voto 0 all'amministratore che toglie la libertà di pensiero che cestina i commenti altrui...
Vergogna
to', il commento è ricomparso qua: www.preti.blogspot.com
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